di Massimo Duca.
Come ennesima smentita del fatto che IBM non guardi al futuro della propria linea di server IBM i, Big Blue ha recentemente rilasciato la prima versione di un nuovo Redbook: Modernize IBM i Applications from the Database up to the User Interface and Everything in Between, specificatamente dedicato alla modernizzazione delle applicazioni sviluppate su questa piattaforma.
Un’opera ponderosa (722 pagine) alla quale hanno contribuito numerosi autori, tutti nomi ben noti nel panorama IBM i. Benché ufficialmente ancora classificato come “bozza”, il manuale ha già una struttura ben delineata e densa di contenuti.
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Il capitolo iniziale si apre con una frase che riassume chiaramente la situazione: “Per la comunità IBM i, la necessità di modernizzare le applicazioni legacy è divenuta una esigenza urgente”. Sono infatti ancora troppe le aziende che continuano ad utilizzare applicazioni legacy (sia pur consolidate negli anni e che soddisfano adeguatamente le esigenze di business), ma esitano a valutare l’adozione di interfacce più moderne, flessibili e produttive rispetto alla classica 5250.
Non a caso il titolo del primo capitolo è “Perché modernizzare ?”; qui vengono descritte in particolare quali sono le necessità e soprattutto i benefici della modernizzazione. Il Redbook inoltre non si limita a snocciolare soluzioni tecniche (per le quali è comunque disponibile una corposa sezione), ma si sofferma innanzitutto sulle motivazioni, le metodologie e gli approcci alla modernizzazione. In particolare, essa non viene descritta come un’unica monolitica fase, ma come un processo ciclico, nel quale ad ogni ciclo è possibile modernizzare solo una o alcune singole funzioni, per poi valutarne i risultati ed applicarli ad un successivo ciclo, apportando se necessario variazioni e migliorie. Si può quindi anche modernizzare per gradi: un approccio di tipo “big bang” che preveda la modernizzazione completa delle applicazioni e l’avviamento in un’unica fase comporta rischi non sottovalutabili. La modernizzazione “incrementale” ha invece bassi rischi, tempi più rapidi e permette di acquisire una maggiore conoscenza dell’applicazione (e di conseguenza consente di definire strategie di modernizzazione più efficienti).
Il Redbook evidenzia come non vi sia un’unica strada verso la modernizzazione; tutto parte da un’analisi il più possibile accurata della propria situazione attuale e di quello che si vuole ottenere: una volta stabiliti questi punti fermi, è possibile partire con progetti, inizialmente anche di portata limitata, tenendo presente le linee guida generali.
La modernizzazione inoltre non si limita alla sola interfaccia utente: oltre a questa il concetto di modernizzazione si può espandere al database ed ai programmi. Questi ultimi due aspetti sono particolarmente importanti in realtà che utilizzano applicazioni sviluppate “in house”, che non aderiscono a precisi standard definiti come avviene per prodotti commerciali.
La sezione “tecnica” del Redbook è decisamente corposa: qui vengono presentati gli strumenti, i linguaggi e le tecniche più adeguate da adottare per il successo dei progetti. Particolare enfasi è posta sul moderno RPG, le cui evoluzioni e nuove funzionalità sono spesso ancora misconosciute ad un gran numero di sviluppatori.
Non mancano nel testo capitoli dedicati ad altri aspetti fondamentali per le applicazioni moderne, quali la sicurezza, la globalizzazione e la disponibilità su cloud.
Sostanzialmente, la tesi di fondo del Redbook è che la modernizzazione è ormai un passo necessario, e nell’attuale panorama di business, così soggetto a rapide evoluzioni, attardarsi può costare caro. Fino a qualche anno fa, le tecnologie e le soluzioni non erano sufficientemente mature; oggi la situazione è cambiata e sono disponibili strumenti e prodotti che forniscono alle aziende molte modalità di rinnovare le proprie applicazioni, salvaguardando il più possibile gli investimenti fatti in passato.
La perdurante situazione di stallo dell’economia certo non aiuta, ma nel valutare la modernizzazione delle proprie applicazioni IBM i sarebbe utile non chiedersi “Quanto mi può costare ?”, ma piuttosto “Quanto mi può rendere ?”. Adeguare le proprie applicazioni può costituire il fondamento e punto di partenza per la creazione di nuovo business. Il suggerimento nel primo capitolo del Redbook è chiaro… “L’unico errore è non fare nulla”.